• Affitti brevi, via libera al codice Cin: ecco come funziona. Sanzioni per chi non lo espone

    Il nuovo Cin avrà una funzione anti-sommerso e si porterà dietro molti nuovi adempimenti a carico dei proprietari di immobili a disposizione per le locazioni turistiche

    15/12/2023 Autore: di Giuseppe Latour

    Via libera della commissione Bilancio del Senato all’emendamento dei relatori al decreto anticipi che introduce il Codice identificativo nazionale (Cin) per gli affitti turistici o affitti brevi, con le relative sanzioni (fino a 8mila euro) per chi non lo possiede o non lo espone. Cos’è il Cin Il codice identificativo nazionale, nei piani del Governo, dovrebbe dare una robusta stretta anti-sommerso al mondo delle locazioni brevi. Va subito detto che non si tratta di uno strumento completamente nuovo. Esistono già oggi dei codici identificativi regionali; l’obiettivo della riforma in arrivo è avere regole uniche e nazionali, per migliorare la vigilanza sugli adempimenti fiscali. Questi codici dovranno confluire in una banca dati unica per conoscere in modo dettagliato tutta l’offerta extra alberghiera, e monitorare l’utilizzo degli immobili. Questa piattaforma, come il codice identificativo, non è nuova ma era stata già disciplinata dalla legge 58/2019. Non è, però, mai stata attuata. Circa un anno fa il precedente Governo aveva ipotizzato l’avvio dello strumento che, però, non ha mai visto la luce. Chi lo assegna Il codice sarà assegnato dal ministero del Turismo, con una procedura automatizzata e dopo la presentazione di una domanda nella quale saranno specificati i dati catastali della struttura, ad ogni unità oggetto di locazione per finalità turistiche. Queste unità dotate di codice identificativo saranno inserite nella banca dati (modellata sulla piattaforma mai attuata del 2019). Il funzionamento di questa nuova piattaforma sarà demandato a un decreto successivo. Sarà, comunque, pubblica e liberamente consultabile. I codici regionali già emessi saranno ricodificati come Cin dalle Regioni o dalle Province autonome, entro un termine di trenta giorni. Le sanzioni Chi affitta il proprio immobile «è tenuto ad esporre il Cin all’esterno dello stabile in cui è collocato l’appartamento o la struttura, nonché ad indicarlo in ogni annuncio ovunque pubblicato». È vietato pubblicare online annunci privi di Cin. La violazione di questi obblighi porta sanzioni molto pesanti. Il titolare dell’immobile e chi propone in affitto un’abitazione priva di Cin incorrono in una sanzione da 800 a 8mila euro. La mancata esposizione del Cin è punita con una sanzione da 500 a 5mila euro. La nuova legge, poi, prevede l’obbligo di essere dotati di impianti a norma, di avere rilevatori di fumo e monossido ed estintori in posizioni accessibili. Chi non rispetta questi adempimenti è punito con una sanzione da 600 a 6mila euro. Le verifiche su questi adempimenti, e le relative sanzioni, saranno attribuite ai Comuni. Le sanzioni recuperate saranno utilizzate dalle amministrazioni locali per interventi in materia di turismo e per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Le analisi di rischio I dati raccolti attraverso il codice unico e la piattaforma non resteranno fermi, ma saranno la base per avviare indagini della Guardia di Finanza e dell’agenzia delle Entrate. Il nuovo emendamento al decreto Anticipi prevede anche questo, e sottolinea che le abitazioni prive di codice identificativo saranno sottoposte a controlli specifici, attraverso incroci di dati e analisi di rischio dell’amministrazione finanziaria. L’obiettivo, insomma, è avviare con questi strumenti una stretta anti-sommerso. 

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